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lunedì 28 settembre 2015

Recensione : Il mio inverno a Zerolandia di Paola Predicatori



Titolo: Il mio inverno a Zerolandia


Autrice: Paola Predicatori


Genere: Young Adult


Casa Editrice: Rizzoli


Pagine: 240
  

Trama 
Alessandra ha diciassette anni quando la sua mamma muore dopo una lunga malattia. Rimasta sola con la nonna, torna a scuola decisa a respingere le attenzioni dei compagni che sente estranei, impegnata com’è nella manutenzione del suo dolore. Per questo cambia banco e prende posto vicino a Gabriele detto Zero, la nullità della classe: desidera solo essere ignorata dagli altri, come succede a lui. Ma Zero è più interessante di quanto sembra. Ha una gran passione e un vero talento per il disegno; nella sua apparente noncuranza è attento e sensibile; è lui a soccorrere Ale sbucando inaspettato al suo fianco quando lei ha bisogno di aiuto. Piano piano un sentimento indefinibile prende forma tra le pareti della classe e la spiaggia d’inverno, grigi fondali di una storia semplice e complicata insieme: perché Alessandra è tanto lucida nel rivisitare il ricordo della madre quanto confusa nel prendere le misure di se stessa e di ciò che prova. E Gabriele è abilissimo a sparire proprio quando lei scopre di volerlo vicino. È la voce di Ale, ruvida nel dare conto del presente, dolcissima nell’evocare il passato, a raccontarci la storia di una perdita, una storia di scuola, una goffa, incerta storia d’amore. Il mio inverno a Zerolandia è tutto questo. E dimostra che la somma di due zeri non è zero, ma molto, molto di più.



Ci sono libri che un pó per la trama , un pò per la pubblicità , un pò per il passaparola, un pò per la fama della scrittrice si fan leggere subito. Sono quei libri da cui ti aspetti tanto e che nella maggior parte dei casi finiscono per deluderti.

Poi ci quei libri che metti lì, nella tua libreria, che non leggi immediatamente, che non ti ispirano da subito.

Un giorno ti chiamano. Giunge il loro momento. "Il mio inverno a Zerolandia" rientra in questa seconda categoria. Una trama delicata ma non abbastanza accattivante, una copertina caruccia ma non abbastanza attraente.

Eppure finita la lettura una sola domanda mi è sorta spontanea : perché ho aspettato così tanto?

 
Dolce e malinconico, triste ma sorprendente "Il mio inverno a Zerolandia" mi ha trascinato e catapultato in un turbinio di emozioni, lasciandomi emotivamente inerme con l'amaro in bocca e la speranza nel cuore.È la storia delicata e sofferta di Alessandra, giovane diciottenne alle prese con un dolore che ti annienta, ti logora. La morte di una madre malata ormai terminale.È la storia di una ragazza allo sbando, emotivamente frustrata e devastata che cerca di ribellarsi al mondo, di distaccarsi dai suoi stupidi coetanei che non possono comprendere, non possono capire il suo immenso dolore. E quale miglior modo per allontanare i suoi stupidi compagni se non avvicinandosi "all'emarginato" per eccellenza, alla nullità di turno, allo sfigato della classe? Nasce così pian piano un rapporto fatto di silenzi, di sguardi incompresi, di parole sentite ma mai pronunciate , di desiderio e negazione.
 

Ale e Zero si cercano, si trovano, si perdono, si ritrovano e si perdono ancora una volta.
 


"...mi stringo di nuovo a lui...non faccio più niente. Non dico più niente. Rimanfo ferma, concentrata sul movimento della sua mano, trattenendo il fiato. Quando riprendo a respirare lo faccio piano, sperando che non si accorga di quanto sono emozionata. Il cuore mi batte così forte che immagino di averne due. è come essere su un altro pianeta e dover abituare i polmoni a una diversa quantità di ossigeno. E forse quando sono con Gabriele è proprio così. Un altro pianeta, un altro posto"


 



Lo stile della Predicatori è essenziale, incisivo, delicato, intenso.Il libro si presenta come una sorta di diario e si alternano le vicende di Ale e Zero con i ricordi di Ale e la madre.Il finale è aperto all'immaginazione.

 


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