Autrice: Amy Harmon
Serie: The Law of Moses #1
Serie: The Law of Moses #1
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Data di pubblicazione: 26 Gennaio 2017
Pagine: 384
Genere: New Adult
“Questa è la storia di un amore senza fine…anche se ci ho
messo un po’ a capirlo.”
Buongiorno carissimi lettori,
Stavolta sono qui a parlarvi del nuovo romanzo di Amy Harmon,
“Hai cambiato la mia vita”, edito dalla Newton Compton. Dopo aver adorato “I
cento colori del blu” ed esser rimasta delusa da “Sei il mio sole anche di
notte” ho deciso di leggere questo romanzo senza alte aspettative.
No, no e
ancora no.
Mia cara Amy, finire questo libro è stato un vero e proprio atto di
coraggio. Ho terminato il romanzo solo per principio, credetemi, solo perché
non amo lasciare le storie a metà e non potrei esserne più dispiaciuta dato che
la trama non era affatto male.
La storia è incentrata quasi interamente sul personaggio
maschile, Moses. Durante la gravidanza la madre di Moses faceva uso di droghe e
per questo il piccolo nascituro venne denominato “il figlio del crack”.
Dopo la sua nascita, Moses venne abbandonato in una cesta di biancheria davanti alla lavanderia. La storia del piccolo Moses fece il giro dei notiziari e dei quotidiani della piccola città di Levan.
Oggi Moses ha diciotto anni, l’unica cosa che rende la sua esistenza meno tormentata è dipingere, ma i suoi dipinti sono tanto belli quanto reali e soprattutto dolorosi per chi li guarda.
La vita di Giorgia, invece, non potrebbe essere più diversa. Circondata dall'amore familiare e dal grande amore per i cavalli.
Le vite dei due protagonisti si incrociano quando Moses si trasferisce dalla sua bisnonna nonché vicina di casa di Giorgia. Il nostro ragazzo non è un tipo molto loquace anzi, è davvero misterioso a tal punto da suscitare paura. La cittadina è piccola, piena di pregiudizi, la gente si lascia intimidire, i pettegolezzi sono all’ordine del giorno, e Giorgia è l’unica propensa ad aiutarlo e guarire la sua anima ferita.
Dopo la sua nascita, Moses venne abbandonato in una cesta di biancheria davanti alla lavanderia. La storia del piccolo Moses fece il giro dei notiziari e dei quotidiani della piccola città di Levan.
Oggi Moses ha diciotto anni, l’unica cosa che rende la sua esistenza meno tormentata è dipingere, ma i suoi dipinti sono tanto belli quanto reali e soprattutto dolorosi per chi li guarda.
La vita di Giorgia, invece, non potrebbe essere più diversa. Circondata dall'amore familiare e dal grande amore per i cavalli.
Le vite dei due protagonisti si incrociano quando Moses si trasferisce dalla sua bisnonna nonché vicina di casa di Giorgia. Il nostro ragazzo non è un tipo molto loquace anzi, è davvero misterioso a tal punto da suscitare paura. La cittadina è piccola, piena di pregiudizi, la gente si lascia intimidire, i pettegolezzi sono all’ordine del giorno, e Giorgia è l’unica propensa ad aiutarlo e guarire la sua anima ferita.
“Fatto sta che non riuscivo a smettere di pensare a Moses.
Lo cercavo da quando uscivo la mattina fino al momento in cui mi arrendevo,
alla sera, e andavo a casa.”
La giovane ragazza
riesce man mano ad abbattere tutti i muri che Moses ha costruito intorno a sé.
A questo punto la storia subisce un salto temporale di sette anni, alcune cose
sono cambiate e altre restano sempre uguali. Ora sta a voi scoprire quali!
“Che strane le cose che mi mancavano di lui. Mi mancavano la
sua bocca e i suoi occhi verdi, il suo modo di essere dolce senza saperlo. [… ]Mi
mancava il pennello che roteava fra le sue dita e l’increspatura che gli
spuntava all’angolo della bocca quando sorrideva.”
La premessa non era per niente male, il prologo lasciava ben
sperare, mi ha catturato subito, ma la mia attenzione è andata scemando
capitolo dopo capitolo. I personaggi sono insipidi. Giorgia è un personaggio
piatto, non riuscivo a darle un volto, non riuscivo ad immedesimarmi, a volte
era persino troppo infantile. Il suo pov è privo di qualsiasi emozione. Moses
invece mi spingeva a proseguire la lettura per scoprire finalmente il mistero
che fin dal primo momento arieggia intorno a questo personaggio. Appena la
seconda parte del libro stava diventando più interessante, un evento mi ha
nuovamente sconvolta e turbata.
Infine vorrei davvero chiedere alla Newton: cos’è successo
alle concordanze tra genere e persona?! A volte i capitoli non avevano un senso
compiuto e son stata costretta a rileggere frasi e talora interi paragrafi perché
la traduzione sembrava non esser stata fatta nel modo appropriato.
Purtroppo, nonostante le recensioni innumerevoli recensioni
positive che ho avuto modo di leggere, per me “Hai cambiato la mia vita” è
stata davvero una lettura priva di trasporto.
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